SCHIRÒ (PD): PARERE UNANIME PER LA COMMISSIONE PARLAMENTARE PER GLI ITALIANI NEL MONDO

SCHIRÒ (PD): PARERE UNANIME PER LA COMMISSIONE PARLAMENTARE PER GLI ITALIANI NEL MONDO. UN PASSO È FATTO, IMPEGNO PERCHE’ SIA OPERATIVA ENTRO LA LEGISLATURA
La Commissione esteri della Camera ha licenziato per l’Aula la proposta di legge che istituisce la Commissione parlamentare per gli italiani nel mondo. Il parere favorevole è stato unanime, su un testo unificato che ha raccolto, dopo un complesso lavoro di confronto e di incastro, sette diverse proposte, tra le quali quella da me presentata a novembre del 2019.
Nella proposta unificata ci sono indicazioni e passaggi che vengono dalla mia proposta e ce ne sono altri che vengono da quelle dei colleghi di altri gruppi. Anche se avrei preferito un testo più asciutto e diretto alla definizione della natura e delle funzioni della Commissione bicamerale, mi ritrovo con convinzione nella proposta licenziata, che considero un riconoscimento importante per gli italiani all’estero e per il ruolo che essi possono svolgere a sostegno della proiezione internazionale dell’Italia.
Di questa prima parte del percorso, mi interessa sottolineare tre aspetti.
Il primo riguarda il clima sostanzialmente unitario tra le forze politiche e parlamentari che ha portato a questo risultato. Non sono mancate e non mancano le differenze di accenti e sensibilità, ma tutti hanno dato prova di responsabilità, rinunciando a qualcosa, pur di convergere su un testo comune.
Il secondo è che a poca distanza dalla conferma referendaria della riduzione del numero dei parlamentari, che colpisce particolarmente la rappresentanza estera, c’è stata una risposta diretta e incisiva, almeno sul piano di una nuova e più efficace strumentazione parlamentare. Tanto più significativa, in quanto unitaria.
Il terzo è che la Commissione è allo stesso tempo un osservatorio per leggere e capire meglio le questioni che riguardano gli italiani all’estero, una sede di amplificazione della loro voce e della loro presenza a livello istituzionale e, nello stesso tempo, uno strumento di valutazione e coordinamento dei provvedimenti a loro diretti.
Certo, si tratta di un primo passo, che l’Aula – ne sono sicura – vorrà confermare, ma che deve avere poi l’avallo del Senato. E una volta arrivati alla legge istitutiva, ci saranno i tempi di istituzione e di avvio del funzionamento. E’ necessario, dunque, fare presto perché è di vitale importanza che entro la legislatura la Commissione possa entrare a regime e diventare una solida premessa per le legislature future.

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