Su Il Dialogo, bimestrale delle Acli Svizzera, dossier sui lavoratori transfrontalieri nella pandemia

Il bimestrale d’informazione e di opinione delle ACLI Svizzera, numero di dicembre 2020, dedicato al lavoro transfrontaliero.

Lavoro transfrontaliero. Criticità, opportunità e sfide

In sommario:
Il cuore e la mano 4
Natale, nuove forme di partecipazione
Politica Svizzera 5
“Multinazionali responsabili”, SÌ del popolo, NO dei Cantoni
ACLI FAI 6
Le ragazze del servizio civile
DOSSIER 7-14
• Lavoro transfrontaliero e mobilità
• Frontalieri, accordo Svizzera-Italia
• Il frontalierato e la crisi sanitaria
• Lavoro transfrontaliero a Ginevra
• Il frontalierato in Ticino
• Basilea, la città dei tre confini
• Svizzera e frontalierato con l’Austria
• Frontalieri sempre più fragili
 
L’editoriale di Giuseppe Rauseo
 

Attrezzarsi di fronte all’incertezza

Il 2020 sarà ricordato per i cambiamenti che l’emergenza generata dalla pandemia ha determinato in individui, famiglie e organizzazioni.
Un gruppo di professionisti di Milano attivi nel campo della consulenza organizzativa ha avviato, a partire dal mese di marzo 2020, durante la cosiddetta Fase 1 dell’epidemia del Covid-19, un percorso di ricerca e riflessione sulle esperienze personali e organizzative vissute in un momento di forte criticità.
I cambiamenti hanno pervaso la vita di tutti, hanno toccato tutte le aree della vita: affettiva, relazionale, lavorativa, sociale, e ci hanno immerso in una situazione completamente diversa da quella antecedente. Qualcuno degli intervistati ha usato immagini catastrofiche di terremoti, valanghe, tsunami, per rappresentare la natura dei cambiamenti correlati alla pandemia, immagini che fanno pensare a uno sconvolgimento totale degli equilibri preesistenti.
La pandemia ha improvvisamente modificato radicalmente luoghi di lavoro, spazi di vita, scansioni temporali. In molte organizzazioni paiono quindi essersi sviluppati processi lavorativi, sistemi di coordinamento più orizzontali, con dimensioni di autorganizzazione, con l’emergere di alcune figure intermedie come punti di riferimento, con la valorizzazione di specifiche competenze risultate cruciali nella fase di rapido cambiamento forzato.
Sembra che si sia generato un circolo virtuoso in cui le persone hanno diffusamente manifestato un notevole investimento sul proprio lavoro, sul produrre comunque, nonostante le difficoltà di comunicazione, di coordinamento e logistiche.
Si è innalzato il livello di responsabilizzazione e di assunzione delle responsabilità. Il tutto in un diffuso processo scarsamente preparato.
La pandemia, con le leggi e le paure che hanno portato a un eccezionale distanziamento sociale e al veto agli spostamenti per la gran parte dei cittadini, ha costretto a utilizzare, improvvisamente, nuovi sistemi di comunicazione: videochiamate, conference call, piattaforme di vario tipo.
Accanto al disorientamento, la ricerca ha anche rilevato una dimensione di piacere di sperimentarsi con strumenti che stupivano per le loro potenzialità,
forse anche di divertimento, di avventura, dovuto alla novità. Accanto all’uso di questi nuovi strumenti di comunicazione, alle nuove applicazioni, la forzata distanza dagli uffici, la carenza di stampanti e scanner, la mancata possibilità di accesso agli archivi cartacei, ha anche costretto a modi nuovi di scambiare scritti e archiviare dati.
Molti sono stati costretti a utilizzare file, costruire cartelle virtuali invece che cartacee, leggere comunicazioni e dati senza prima stampare. C’è stato, quindi, in questo campo, un salto evolutivo. Adesso si apre un nuovo capitolo, che ha a che fare con il mettere a valore quanto appreso e compreso, o gli interrogativi, i dubbi, le incertezze, che sono il vero patrimonio da non disperdere di questa avventura che nessuno di noi avrebbe voluto vivere, ma che ci è capitata. Provare a utilizzarla costruttivamente sembra il modo migliore per ritrovare e contribuire a costruire il senso e il significato dell’agire di singoli, gruppi e organizzazioni.
Giuseppe Rauseo,
presidente ACLI Svizzera
giuseppe.rauseo@acli.ch

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Il Dialogo nr. 6 - 2020

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