COVID-19: Italiani all’estero, Di Maio: “Migliaia di chiamate al giorno all’Unità di Crisi, ma non vi lasceremo soli”

EMERGENZA COVID – 19
ROMA – Il Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, è stato intervistato ieri alla trasmissione “L’aria che tira” dell’emittente La7. Ha parlato naturalmente di attualità: l’emergenza Covid-19 e la richiesta di migliaia di italiani all’estero di poter far rientro in Italia. “Di positivo c’è – ha esordito il Ministro entrando subito nel merito dell’emergenza nazionale – che vedo tanti ragazzi portare la spesa agli anziani, una solidarietà che parte proprio dai più giovani; di negativo c’è il numero dei deceduti elevato, ricordiamoci di questo quando c’è da rispettare le regole e non prendiamo in modo superficiale questa emergenza. Siamo di fronte a situazione mai vista prima e non solo per il Coronavirus: abbiamo 5 milioni di persone nel mondo con passaporto italiano, molti di loro vogliono rientrare perché si trovano in Paesi che inizialmente hanno sottovalutato il problema sanitario mentre oggi parlano di modello italiano da seguire applicando nostre regole”, ha spiegato Di Maio ricordando che ci sono zone del mondo in cui si sta prendendo con troppo fatalismo il pericolo del virus. “Chi rientra deve quindi stare in uto quarantena – ossia isolato anche dal resto del nucleo familiare – e non uscire assolutamente essendo passibile altrimenti di denuncia penale. Oggi a Wuhan c’è l’86% di guariti, questo grazie al modo in cui loro hanno affrontato l’emergenza”, ha aggiunto Di Maio ringraziando inoltre il Governo cinese per gli aiuti inviati in Italia. Come ha riportato anche l’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia sui social, il 18 marzo a Wuhan e nell’intero Hubei, ossia nell’epicentro del Covid-19, ci sono stati per la prima volta zero contagi.
Sull’ipotesi di chiusura delle frontiere, il Ministro ha sottolineato come, per assumere certe decisioni, la politica debba affidarsi agli esperti scientifici senza fare proclami. “Le merci continueranno sempre a viaggiare e invito i cittadini a comprare italiano, soprattutto in questi giorni, per sostenere le nostre aziende e i nostri lavoratori. Tornando agli italiani nel mondo, in questi giorni all’Unità di Crisi della Farnesina stanno giungendo decine di migliaia di chiamate. Invitiamo ad utilizzare con responsabilità questi canali, stiamo dando priorità al rientro degli studenti e di chi era temporaneamente all’estero; chi invece è residente da diversi anni fuori dall’Italia ha l’Ambasciata di riferimento per ogni evenienza”, ha spiegato Di Maio parlando degli interventi concreti messi in campo per il rientro dei connazionali. “Per quanto riguarda la Spagna c’è il sollecito ad istituire nuovi voli da Madrid e Malaga ; ciò è valso già per le Canarie.  Abbiamo inoltre sollecitato Alitalia per arrivare a tre o quattro voli giornalieri da Londra: lì abbiamo circa settecentomila connazionali e quelli che vogliono rientrare sono qualche migliaio. Poi abbiamo circa mille studenti in Romania: con Alitalia abbiamo già istituito un volo da Bucarest ma a breve dovrebbe esserne organizzato un secondo e addirittura un terzo”, ha precisato il Ministro che si è poi occupato della spinosa questione delle mascherine acquistate all’estero dall’Italia. “Nel mondo ci sono Paesi che ci vogliono aiutare ed altri che invece hanno deciso di pensare a se stessi. Stiamo denunciando alla comunità internazionale quelli che si tengono le nostre mascherine. In queste ore Manlio Di Stefano ha provveduto a sbloccare circa ottocentomila mascherine. Stiamo segnalando alle Nazioni Unite e al WTO che ci sono Paesi che assumono comportamenti che vanno contro le stesse regole del commercio. Poi c’è chi invece come la Cina ci ha mandato finora cento respiratori e milioni di mascherine, senza che noi acquistassimo questo materiale; in seguito arriverà anche il materiale acquistato. Gli Usa ci stanno mandando sessantotto respiratori – ha concluso Di Maio. (Inform)

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