COVID-19: FCLIS, aggiornamenti sulla situazione in Svizzera

Svizzera: dal 27 aprile inizia la fase di allentamento delle misure

Lo scorso giovedì 16 aprile a Berna nel corso dell’attesa conferenza stampa il Consiglio federale ha informato sui prossimi passi che potrebbero portare ad un’uscita graduale dallo stato di emergenza causato dalla pandemia da coronavirus.

In considerazione dell’evoluzione epidemiologica e delle raccomandazioni degli esperti, a partire dal 27 aprile il Consiglio federale ha deciso di allentare i provvedimenti introdotti per proteggere la popolazione dal nuovo coronavirus. Lo fa in modo progressivo, mantenendo inalterato l’obiettivo della protezione della salute, in particolare dei gruppi più a rischio, e con l’intento di evitare la recrudescenza dei contagi. Per garantire la certezza nella pianificazione, ha reso inoltre note le fasi del processo di allentamento previste fino all’inizio di giugno.

Dal 27 aprile 2020 gli ospedali potranno di nuovo effettuare tutti gli interventi, anche quelli non urgenti. Gli studi medici ambulatoriali, i parrucchieri, i saloni di massaggio e i centri estetici potranno riprendere la loro attività. Potranno inoltre riaprire i centri commerciali del fai da te e di giardinaggio, i negozi di giardinaggio e i fiorai. Per farlo dovranno tuttavia garantire la sicurezza dei clienti e dei lavoratori. Se la situazione epidemiologica lo consentirà.
Inoltre, non saranno più soggetti al divieto di esercizio le strutture aperte al pubblico senza un servizio al cliente, quali gli impianti di autolavaggio self-service. Infine, è revocata la limitazione alla stretta cerchia famigliare per le cerimonie funebri.
Il 27 aprile saranno tolte anche le restrizioni dell’offerta nei negozi di generi alimentari, che potranno nuovamente vendere anche gli articoli esposti che non rientrano tra i beni di prima necessità.

In una seconda fase, che scatterà l’11 maggio, è prevista la riapertura delle scuole dell’obbligo, dei negozi e dei mercati. Il Consiglio federale si riserva però di decidere in merito nella seduta del 29 aprile.

L’8 giugno è prevista la ripresa delle attività presenziali nelle scuole medie superiori, professionali e universitarie. A partire da quella data potranno riaprire anche le strutture ricreative e per il tempo libero, quali i musei, le biblioteche, i giardini botanici e zoologici; potrà inoltre essere allentato il divieto di assembramento. I dettagli di questa terza fase saranno stabiliti nella seduta del 27 maggio.
Il Consiglio federale non ha ancora preso decisioni in merito a ulteriori fasi. In una delle sue prossime sedute si esprimerà anche su quando potranno nuovamente svolgersi manifestazioni con un grande afflusso di pubblico.

Con la sua strategia di allentamento, il Consiglio federale persegue diversi obiettivi. Come detto, intende innanzitutto continuare a proteggere in via prioritaria la salute della popolazione e in particolare quella delle persone più a rischio. L’allentamento dei provvedimenti sarà accompagnato dall’elaborazione e attuazione di piani di protezione che possono prevedere, a seconda del settore, la raccomandazione o l’obbligo di usare mascherine igieniche. Un altro obiettivo è contenere il più possibile il danno economico e ridurre dove possibile le limitazioni dei diritti fondamentali. La strategia deve essere attuata in modo unitario su tutto il territorio nazionale tenendo conto dei provvedimenti attuati nei Paesi limitrofi.

In ogni caso, il Consiglio federale ha precisato che il passaggio da una fase a quella successiva dipenderà dall’evoluzione dell’epidemia e sarà avviato soltanto se non si registrerà un forte aumento dei casi di COVID-19. Tra le singole fasi dovrà trascorrere un tempo sufficiente per monitorare gli effetti dell’allentamento dei provvedimenti. I criteri di valutazione sono i nuovi casi d’infezione, il numero di ricoveri in ospedale, il numero di decessi e il tasso di occupazione dei posti letto ospedalieri.

Non appena si registrerà un calo sufficiente dei casi di contagio, i Cantoni riprenderanno a tracciarli in modo sistematico: le persone infette dovranno essere individuate, curate e isolate tempestivamente. Per prevenire ulteriori infezioni, dovranno essere ricostruite le catene di trasmissione. A tal fine, saranno sviluppati un’ampia strategia di test, un piano di tracciamento dei contatti e un’app che informerà se si è entrati in contatto con una persona infetta.
Le regole d’igiene e di distanziamento resteranno d’importanza fondamentale e dovranno essere rispettate anche in futuro. Le persone particolarmente a rischio dovranno, per quanto possibile, continuare a restare a casa.

 


 

Svizzera: Indennità anche per i lavoratori indipendenti
Potranno beneficiarne anche i lavoratori colpiti solo indirettamente dai provvedimenti; indennità anche per genitori con figli disabili

Il Consiglio federale ha deciso di ampliare il diritto all’indennità di perdita di guadagno (IPG) per il coronavirus. Potranno quindi beneficiare dell’indennità anche i lavoratori indipendenti che sono colpiti solo indirettamente dai provvedimenti ordinati dalle autorità per combattere la pandemia. Un esempio in questo senso, si legge in un comunicato del governo, sono i tassisti, che pur potendo continuare a svolgere l’attività hanno meno lavoro o non ne hanno praticamente più.

I provvedimenti finora adottati per attenuare l’impatto economico della pandemia non prevedevano alcuna compensazione per questi lavoratori, che possono quindi ritrovarsi in gravi difficoltà finanziarie. Per evitare casi di rigore, il Consiglio federale ha quindi deciso di estendere il diritto all’indennità di perdita di guadagno. La condizione è che il loro reddito annuo da attività lucrativa soggetto all’AVS ammonti almeno a 10’000 franchi, ma non superi i 90’000 franchi. L’indennità massima è di 196 franchi al giorno.
Il diritto all’indennità sarà inoltre esteso ai genitori che devono rimanere a casa per accudire figli con disabilità di età inferiore a 20 anni compiuti.

I costi per l’estensione del diritto all’indennità di perdita di guadagno per il coronavirus ai casi di rigore sono stimati a 1,3 miliardi di franchi nel caso di una durata di due mesi. Quelli per l’estensione ai genitori di figli con disabilità sono stimati a circa 33 milioni di franchi nel caso di una durata di sei mesi.

 


 

Svizzera: canone radio-Tv ridotto dal 2021

A partire dal prossimo anno le economie domestiche pagheranno un canone radiotelevisivo meno elevato: scenderà di 30 franchi, passando infatti da 365 a 335 franchi. Lo ha reso noto il Consiglio federale precisando che la SSR e le emittenti regionali e locali, beneficiarie di entrate del canone, otterranno un sostegno leggermente più consistente.

Lo sgravio, come si legge in una nota diffusa dal Governo elvetico è motivato dal fatto che il numero delle economie domestiche soggette al pagamento è aumentato in misura maggiore rispetto a quanto originariamente si ipotizzava. Inoltre, meno economie domestiche hanno fatto istanze di opting out: volte cioè a chiedere l’esonero dal pagamento.

Di riduzioni del canone beneficeranno anche le imprese. Quelle, in particolare, con un volume d’affari annuo compreso fra 500’000 e 749’999 franchi saranno chiamate a pagare un canone di 160 franchi e, quindi, 205 franchi in meno. Continueranno invece a beneficiare di un esonero completo quelle aziende con un fatturato inferiore al mezzo milione di franchi. Lo stesso vale per i pensionati.

L’Esecutivo ha anche deciso un aumento nella misura di 50 milioni di franchi per la quota di partecipazione al canone spettante alla SSR. Ciò consentirà all’azienda radiotelevisiva, che già prevede minori ricavi nonché l’applicazione di ulteriori misure di risparmio, una parziale compensazione per il calo delle entrate pubblicitarie. Le emittenti regionali e locali continueranno a ottenere il 6% dei proventi e, dato il lieve incremento degli introiti, avranno quindi più risorse a loro disposizione.

 


 

Svizzera: Storie di confine
Multata la spesa oltrefrontiera

Il turismo degli acquisti rimane vietato e punibile con una multa. Lo ricorda il Consiglio federale in una nota. In essa si puntualizza che nella sua seduta odierna l’esecutivo ha precisato l’ordinanza sul coronavirus per evitare dubbi e malintesi.

Da metà marzo la Svizzera ha reintrodotto provvisoriamente i controlli alle frontiere interne ed emanato divieti di entrata. La restrizione del traffico turistico è volta alla salvaguardia della salute della popolazione, spiega il governo.

Dalle attuali informazioni, afferma l’esecutivo, emerge che in generale l’attuazione delle misure alle frontiere esterne e negli aeroporti funziona bene. Nelle ultime settimane l’Amministrazione federale delle dogane (AFD) ha tuttavia constatato un intenso traffico transfrontaliero a scopo di acquisti.

Per precisare la prassi vigente, il governo ha quindi deciso di completare l’ordinanza 2 Covid-19 con un nuovo articolo: al rientro in Svizzera viene inflitta una multa di 100 franchi a chi ha attraversato la frontiera unicamente per fare compere all’estero. La sanzione non viene inflitta per punire l’acquisto in sé ma per aver «ostacolato il lavoro dell’autorità di protezione del confine».

Una multa viene inflitta anche a chi prende in consegna merci presso valichi di frontiera chiusi e a chi rimuove o danneggia sbarramenti di frontiera o di segnaletiche.

Le persone, la cui entrata in Svizzera non è consentita, vengono invece respinte ma non punite con una multa. Contro il rifiuto d’entrata è possibile fare opposizione presso la Segreteria di Stato della migrazione (SEM).

L’ingresso nella Confederazione rimane consentito solo ai cittadini elvetici, a chi è in possesso di un permesso di soggiorno in Svizzera, ai frontalieri come pure alle persone che devono entrare per motivi professionali. Possono varcare il confine anche coloro che si trovano in una situazione di assoluta necessità.
Oggi il governo ha anche precisato quest’ultimo punto. A condizione che questi siano debitamente comprovati e plausibili, si può entrare in Svizzera per curare familiari ammalati o anziani, per esercitare il diritto di visita (per genitori separati), per appuntamenti giudiziari importanti o riunioni d’affari improrogabili, nonché per proseguire un trattamento medico.
L’uscita dalla Svizzera presso i valichi di frontiera aperti rimane consentita. Il Consiglio federale sconsiglia tuttavia di effettuare viaggi non essenziali.

 


 

Informazioni sul coronavirus in diverse lingue

L’ufficio Integrazione del cantone di Zurigo ha creato un nuovo servizio per migliorare l’accesso all’informazione e alle misure di sostegno per la popolazione di lingua straniera.

Collegandosi al seguente link del sito del cantone si possono trovare in diverse lingue, tra cui l’italiano, informazioni importanti sulle attuali decisioni nazionali e cantonali, la traduzione di documenti e siti internet rilevanti, informazioni sui servizi di consulenza e l’utilizzo di una vasta gamma di canali d’informazione.

 

 

FONTE: FCLIS

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