COVID-19: On. SCHIRÒ – Accordo Germania-Italia sui diritti dei contrattisti | Estendere didattica a distanza anche per scuole all'estero e enti gestori

Un lavoro di squadra, con il sindacato della CONFSAL UNSA in prima linea, e l’impegno del Governo italiano e delle nostre  rappresentanze diplomatiche, ha contribuito al buon esito delle trattative con Governo e Istituzioni tedesche al fine di consentire agli impiegati assunti a contratto dal MAECI in Germania di evitare il passaggio, previsto per il prossimo mese di maggio, dal sistema previdenziale retributivo italiano al sistema previdenziale tedesco.
La notizia è che la Germania ha accettato la richiesta di deroga al Regolamento Ce n. 883. Come è noto, nell’ambito dell’Unione Europea nel rispetto del principio di territorialità, gli impiegati a contratto, in virtù del Regolamento n. 883 sono soggetti alle assicurazioni obbligatorie previste dal Paese estero in cui prestano attività lavorativa.
I Regolamenti comunitari di sicurezza sociale (n. 883/2004 e n. 987/2009) consentono, tuttavia, di derogare al principio della territorialità dell’obbligo assicurativo e a tutte le norme in materia di determinazione della legislazione applicabile (articoli da 11 a 15 del Titolo II del Regolamento (CE) n. 883/2004) mediante la conclusione, ai sensi dell’articolo 16 del Regolamento (CE) n. 883/2004, di specifici accordi tra le autorità competenti degli Stati membri interessati (c.d. accordi in deroga).
L’accordo, quindi, è stato finalmente raggiunto.  Ne consegue che per i contrattisti in Germania dovrà essere garantita l’assicurazione ai fini previdenziali in Italia con contestuale esonero dall’applicazione della legislazione dello Stato membro di occupazione. In termini pratici, è stato salvaguardato lo stipendio netto dei lavoratori ed evitate possibili future penalizzazioni contrattuali e previdenziali. Ora, annuncia il sindacato, sarà necessario continuare la mobilitazione anche a tutela dei contrattisti in Belgio, Danimarca e Paesi Bassi.
Giova ricordare anche l’impegno dei parlamentari eletti all’estero. Su questa materia, in particolare, ho di recente presentato una interrogazione per la tutela dei contrattisti in Olanda per i quali ho chiesto al Governo di adottare ogni iniziativa  che possa garantire loro uno schema pensionistico complementare in modo tale da assicurare a tali lavoratori il diritto ad una pensione dignitosa e a mezzi adeguati alle esigenze di vita.
Esprimo, quindi, l’auspicio che i diritti di tutti i lavoratori italiani impiegati dal MAECI all’estero continuino ad essere adeguatamente tutelati.
Angela Schirò
Deputata PD – Rip. Europa –
Camera dei Deputati
Piazza Campo Marzio, 42
00186 ROMA
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ACCOLTO DAL GOVERNO IL MIO INVITO AD ESTENDERE L’USO DELLE PIATTAFORME DIGITALI PER LA DIDATTICA A DISTANZA ANCHE ALLE SCUOLE ALL’ESTERO E AGLI ENTI GESTORI
Il Governo, in occasione dell’approvazione alla Camera del Decreto “Cura Italia”, ha accolto il mio ordine del giorno ad estendere le provvidenze previste per l’uso delle piattaforme per la didattica a distanza anche agli istituti e agli enti che assicurano la promozione linguistica e culturale dell’Italia nel mondo.
Con il Decreto, infatti, si è incrementato di 85 milioni il Fondo per l’innovazione digitale e la didattica laboratoriale, destinandoli “a consentire alle istituzioni scolastiche statali di dotarsi – o di potenziare – degli strumenti digitali utili per l’apprendimento a distanza, di mettere a disposizione degli studenti meno abbienti in comodato d’uso dispositivi digitali individuali per la fruizione delle piattaforme, di formare il personale scolastico sulle metodologie e le tecniche per la didattica a distanza”.
Nel mio ordine del giorno ho ricordato che il Decreto legislativo n. 64, che disciplina la scuola italiana all’estero, include nel sistema formativo nazionale anche il sistema della formazione italiana nel mondo. Tale sistema si articola in scuole statali all’estero; scuole paritarie all’estero; altre scuole italiane all’estero; corsi promossi dagli enti gestori e lettorati.
L’espansione globale della pandemia ha determinato anche in altri paesi la chiusura dei corsi in presenza, trasformati in corsi a distanza dove gli istituti e gli enti gestori, con uno sforzo e un impegno di cui va dato atto, hanno avuto la possibilità di farlo. Ma oltre a sostenere un carico organizzativo e finanziario imprevisto, essi si sono trovati di fronte, come in Italia, a utenti e famiglie che non dispongono a casa di apparecchiature elettroniche adatte. Non c’è ragione, dunque, che lo sforzo fatto per istituti e alunni in Italia non sia esteso anche a chi è inserito nello stesso percorso formativo, ma all’estero.
Questo è particolarmente vero e necessario per gli enti gestori di lingua e cultura italiana nel mondo, per i quali la conversione dell’ordinaria didattica in didattica a distanza è considerata un elemento di differenziazione dell’entità delle anticipazioni sul contributo per il 2020 che deve essere loro concesso.
Colgo l’occasione, a questo proposito, per invitare gli uffici del MAECI a superare questa diversità di trattamento, che mette in difficoltà proprio i più deboli, con il rischio del fermo delle loro attività.
Si tratta, ora, di fare in modo che il Ministero dell’istruzione e il MAECI si coordinino al più presto sulle modalità di estensione delle misure e sull’uso delle risorse, evitando atteggiamenti di scaricabarile e, soprattutto, che la formazione in italiano all’estero, come tante volte è accaduto, torni ad essere figlia di un dio minore.
Angela Schirò
Deputata PD – Rip. Europa –
Camera dei Deputati
Piazza Campo Marzio, 42
00186 ROMA

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