Le elezioni europee sono alle porte, le forze politiche e i partiti stanno completando la scelta delle candidate e dei candidati da inserire nelle liste che verranno proposte all’elettorato. Mi auguro che il confronto sui programmi elettorali sia acceso e che nei programmi trovino una loro centralità gli otto punti per un futuro possibile che la FILEF propone con Il manifesto per le elezioni europee 2024.
Esprimo questo auspicio in quanto fortemente preoccupata della centralità che, al contrario, troveranno temi che sono paradigmaticamente opposti agli otto punti per un futuro possibile.
Un esempio è sicuramente il tema della spesa e dei nuovi investimenti per la sicurezza e per la difesa europea, tema che viene proposto senza accennare alla necessità di un adeguato bilanciamento della spesa che già oggi i cittadini europei sopportano visto che i governi dell’Unione Europea si sentono obbligati all’acquisto di consistenti quantità di buoni del Tesoro USA.
L’acquisto di significative quantità di buoni del Tesoro USA permette all’America di vivere al di sopra dei propri mezzi e di fare numerose guerre in nome della NATO e della difesa dell’Occidente. Proprio in queste settimane, però, gli USA stanno chiedendo ai Paesi europei di finanziare la propria sicurezza, nonostante sostanzialmente, i cittadini europei finanzino già la NATO.
L’incremento, forse il raddoppio, degli investimenti pubblici per la difesa (e per il riarmo) da parte dell’Unione europea rischiano seriamente di essere affidati a rinnovate scelte di austerità. Ciò in conseguenza della stagnazione perdurante e dell’assenza di un progetto di autonomia, meglio di indipendenza economica e finanziaria dell’Europa verso gli Stati Uniti e, quindi, di un bilanciamento della spesa attuale.
L’opposto, quindi, di un’Europa protagonista che garantisca mobilità sostenibile, migrazione sicura e solidale peraltro, quest’ultima, gravemente minacciata dal recente patto sull’immigrazione.
È evidente l’importanza di portare avanti un’azione per fare in modo che il dibattito elettorale sia veramente acceso, proponendo l’inequivocabile centralità delle istanze che la FILEF ha selezionato nel quadro di un’Europa che “dovrà decidere tra il declino in quanto satellite degli Stati Uniti o il riallineamento verso una sorta di casa comune…” come scrive Noam Chomsky in Sopravvivere al XXI secolo.
Credo, perciò, che sono importanti il protagonismo della FILEF e il consolidamento dell’intelaiatura già intessuta, nelle settimane passate, delle relazioni sociali e politiche.
Elisa Castellano