Lotta per la storia
Grazie, liberatori!
Vittoria sul fascismo di Hitler: l’8 maggio 1945, i rappresentanti della Germania firmarono la resa che segnò la fine della seconda guerra mondiale in Europa
Nell’anniversario della vittoria sul fascismo, l’8 maggio, l’atmosfera di festa non sembra essere quella giusta. In alcune parti dei territori liberati dall’esercito sovietico dalle forze armate di Hitler, la guerra e la distruzione regnano ancora oggi, i civili sono spinti alla fuga e alla miseria. Questa volta, però, l’aggressore, secondo l’opinione della maggioranza dell’Occidente guidato dalla NATO, è la Russia. Il corso degli eventi lascia anche poco spazio a qualsiasi altra interpretazione: Mosca ha violato il diritto internazionale con la sua guerra di aggressione scatenata contro l’Ucraina. È difficile mostrare comprensione, persino solidarietà antifascista, anche se il regime di Kiev è strettamente legato ad attori di ultradestra e la loro ideologia è diventata da tempo parte della dottrina dello Stato. Per non parlare dei suoi massacri della popolazione del Donbass, che sono stati eseguiti sotto gli occhi del mondo per otto anni.
Ma ci sono molti più attori in questo conflitto che queste due parti. Le loro motivazioni e azioni devono essere prese in considerazione, così come tutta la complessa storia: la ricerca aggressiva di egemonia di Washington e dei suoi alleati contro la Russia e la Cina. Questa guerra per procura serve anche a rivedere i risultati della Seconda Guerra Mondiale, a strappare dalle mani della Federazione Russa la vittoria conquistata con sacrifici inconcepibili come successore legale dell’URSS. Una battaglia per la storia sta infuriando.
Per la prima volta dal 1945, Berlino affronta apertamente Mosca come parte in guerra. Soldati tedeschi stanno sul confine russo negli Stati Baltici. La russofobia è dilagante e alimentata dai media, i memoriali all’Armata Rossa sono dissacrati in tutta la Germania, l’esposizione della bandiera sovietica è considerata una glorificazione della guerra ed è sommariamente vietata. Nel frattempo, un ministro degli esteri verde sogna di “rovinare” la Russia in una nuova campagna di distruzione. Presto l’equipaggiamento militare tedesco rotolerà di nuovo verso est.
Cosa rimane? Eterna gratitudine ai liberatori dalla peste fascista, soprattutto ai soldati della multinazionale Armata Rossa, che dovette sopportare il peso della guerra. C’è poco spazio per il culto dell’eroe l’8 maggio, ma molto spazio per le richieste militanti di pace: fine delle consegne di armi della NATO, dell’escalation e del guerrafondai, negoziati di pace ora! Anche in memoria delle incommensurabili vittime dei liberatori.
Dank euch, Befreier
Feierstimmung mag sich zum Jahrestag des Siegs über den Faschismus an diesem 8. Mai nicht recht einstellen. In Teilen der durch die Sowjetarmee von der Hitlerwehrmacht befreiten Gebiete herrschen heute wieder Krieg und Zerstörung, werden Zivilisten in die Flucht und ins Elend getrieben. Der Aggressor, so die Mehrheitsmeinung im NATO-geführten Westen, heißt diesmal allerdings Russland. Der Gang der Ereignisse lässt auch wenig Raum für eine andere Deutung: Moskau hat mit seinem gegen die Ukraine entfesselten Angriffskrieg internationales Recht verletzt. Da fällt es schwer, Verständnis, gar antifaschistische Solidarität zu zeigen, selbst wenn das Regime in Kiew engstens mit ultrarechten Akteuren verbandelt und deren Ideologie längst Teil der Staatsdoktrin geworden ist. Von seinen seit acht Jahren unter den Augen der Weltöffentlichkeit verübten Massakern an der Bevölkerung des Donbass ganz zu schweigen.
Doch kennt dieser Konflikt weit mehr Akteure als diese beiden Parteien. Ihre Motive und Handlungen gehören mit in die Gesamtrechnung, wie überhaupt die ganze komplexe Vorgeschichte: das aggressiv gegen Russland wie China gerichtete Hegemoniestreben Washingtons und seiner Verbündeten. Keineswegs nur ein Nebenaspekt: In diesem Stellvertreterkrieg geht es auch um eine Revision der Ergebnisse des Zweiten Weltkriegs, darum, der Russischen Föderation als Rechtsnachfolgerin der UdSSR den unter unfassbaren Opfern errungenen Sieg wieder aus den Händen zu reißen. Es tobt ein Kampf um die Geschichte.
Erstmals seit 1945 begegnet Berlin Moskau offen als Kriegspartei. Deutsche Soldaten stehen im Baltikum an der russischen Grenze. Russophobie grassiert und wird medial angeheizt, Ehrenmale für die Rote Armee werden bundesweit geschändet, das Zeigen der Sowjetfahne gilt als Kriegsverherrlichung und wird kurzerhand verboten. Unterdessen träumt eine grüne Außenministerin davon, Russland in einem neuen Vernichtungsfeldzug zu »ruinieren«. Bald schon rollt wieder deutsches Kriegsgerät gen Osten.
Was bleibt? Ewiger Dank den Befreiern von der faschistischen Pest, allen voran den Soldatinnen und Soldaten der multinationalen Roten Armee, die die Hauptlast des Krieges zu tragen hatte. Für Heldenverehrung ist indes wenig Raum an diesem 8. Mai, viel dagegen für kämpferische Forderungen nach Frieden: Schluss mit NATO-Waffenlieferungen, Eskalation und Kriegshetze, Friedensverhandlungen jetzt! Auch im Gedenken an die unermesslichen Opfer der Befreier.
FONTE: https://www.jungewelt.de/artikel/426023.kampf-um-die-geschichte-dank-euch-befreier.html