VOTO E NON SOLO: IL CGIE VERSO LA PLENARIA di NOVEMBRE 2018

Si avvicina la seconda plenaria del 2018 che vedrà il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero riunirsi a Roma dal 12 al 16 novembre. I primi due giorni della settimana saranno dedicati come di consueto alle commissioni tematiche, quindi la plenaria, dal 14 al 16 novembre, seguita da due importanti appuntamenti. Un seminario sulle donne in emigrazione sabato 17 e una due giorni a Matera per discutere di cultura e turismo di ritorno, il 18 e 19 novembre.
A fare il punto della situazione è stato il segretario generale Michele Schiavone che oggi pomeriggio ha incontrato i giornalisti alla Farnesina.
A pochi giorni dalla presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2018, cui il CDP ha partecipato, inevitabile iniziare dai dati sulle nuove mobilità. Tanti connazionali lasciano il Paese e, se anche stampa e opinione pubblica nazionale evidenziano soprattutto storie di successo o di opportunità seppur precarie per giovani cervelli, ha detto Schiavone, la realtà dei numeri e delle esperienze sul territorio – che il Cgie tocca con mano – racconta anche di italiani poco formati che tentano l’esperienza migratoria e che hanno bisogno di essere guidati in un percorso di integrazione a volte difficile. Per questo, ha sottolineato Schiavone, Cgie e Comites sono in prima linea da anni per organizzare incontri informativi e di orientamento, così come le Missioni Cattoliche sono chiamate ancora oggi a dare assistenza.
Questioni nuove, dunque, si aggiungono a grandi temi su cui il Consiglio è stato chiamato ad esprimere una posizione. Primo fra tutti il voto all’estero.
É stato il sottosegretario Ricardo Merlo, alla plenaria di primavera, a chiedere al Consiglio generale di presentare una proposta di revisione delle modalità di voto, per mettere in sicurezza il diritto dei connazionali di eleggere propri rappresentanti.
“Dopo 4 votazioni politiche ci sono ancora grandi gap che allarmano il Paese perché subito si parla di brogli”, ha detto Schiavone. “La battaglia politica oggi è talmente accentuata che qualsiasi indizio porta ad enfatizzare eventuali scorrettezze. Le difficoltà ci sono, lo diciamo da sempre, ma è anche vero che” sul voto all’estero, “l’Italia è un modello di riferimento, tanto che altri Paesi si sono adeguati. Il nostro compito – ha spiegato – è di intervenire nei passaggi elettorali”.
Posto che “il voto per corrispondenza è uno degli strumenti più efficaci” per garantire la massima partecipazione, è comunque chiaro a tutti che “va rivisto perchè dalla partenza all’arrivo del plico ci sono troppi passaggi”; dunque occorre “semplificare e rendere più trasparenti e sicuri questi passaggi, anche grazie alle nuove tecnologie” e tenendo conto della “diversa affidabilità” della distribuzione postale nei diversi Paesi. In primis va “garantita la certezza dell’elettore”.
Il Cdp, ha aggiunto, “ha anche discusso di una introduzione graduale del voto elettronico, che in alcuni Paesi è già realtà”. Certo “coinvolgere i circa 4 milioni di elettori italiani nel mondo è un impegno titanico” e anche su questo fronte “non mancano notizie di manomissioni”, ma “la tecnologia blockchain” potrebbe aiutare. Il voto sarebbe elettronico, ma comunque nei seggi. Cosa non facilissima da organizzare, sia dal punto di vista logistico – ha riferito Schiavone – sia per le eventuali resistenze dello Stato “ospite”.
Quanto al “voto obbligatorio” in vigore in alcuni paesi, dove se non vai a votare vieni anche multato, è “culturalmente troppo distante dall’Italia”. Una sorta di “via di mezzo” sarebbe l’inversione dell’opzione – se vuoi votare, ti iscrivi nel registro degli elettori – che, ha ricordato Schiavone, “sperimentata per le ultime elezioni dei Comites ha visto una partecipazione di connazionali davvero residuale”. Ci sarebbe poi anche da mettere sulla bilancia la “disaffezione politica” di certa parte degli italiani all’estero e “l’orientamento delle nuove generazioni”. Il voto “dovrà confrontarsi con le nuove mobilità”. La prima emigrazione “era più politicizzata di quella di oggi”.
Parte del dibattito anche la direttiva Ue, approvata il 18 luglio scorso dall’Europarlamento, che dovrà essere attuata anche dall’Italia, sul voto alle europee da estendere anche ai connazionali residenti anche nei paesi extra UE.
Nella revisione, poi, per il Cgie dovrebbe essere contenuta anche “l’esplicita incompatibilità tra la carica di parlamentare eletto all’estero e la possibilità di presentarsi alle elezioni del proprio paese estero di residenza”, come fatto recentemente dal senatore Longo. Al tempo stesso, ha ricordato Schiavone, il Cgie “è ancora in attesa del parere del Consiglio di Stato su quanto previsto dal Rosatellum”, cioè sulla possibilità per residenti in Italia di presentarsi nella circoscrizione estero, ma non viceversa. Quanto infine “alla proposta Fraccaro sulla riduzione dei parlamentari”, il Cgie “si batterà contro il taglio ai 18 eletti”, perché il loro numero “non ha proporzionalità con l’elettorato”.
In questi mesi, ha spiegato Schiavone, il Cgie ha lavorato sia attraverso la commissione Diritti Civili, sia invitando i Comites ad esprimersi sul tema. “Alcuni ci hanno già mandato i loro pareri; noi ci aspettiamo tanto dai Comites. Saranno le loro indicazioni a determinare le proposte del Cgie”, che come indicato da Merlo, saranno portate all’attenzione del Parlamento.
Nel rapporto con il nuovo sottosegretario per gli italiani nel mondo, ha sottolineato Schiavone, “c’è di nuovo il riconoscimento del nostro ruolo. Che poi il Parlamento ne tenga conto, lo spero tanto”.
Ma non si parlerà solo di voti. Il secondo giorno di plenaria si terrà un convegno sull’informazione. Ai lavori è stato invitato anche il sottosegretario all’editoria Vito Crimi, che domenica scorsa ha parlato dell’azzeramento dei fondi per la stampa italiana all’estero.
Dopo la plenaria, sabato 19, come detto si terrà un seminario sulle donne in emigrazione, “per avviare – ha detto Schiavone – un percorso che potrebbe portarci ad una Conferenza delle donne in emigrazione”. Quindi, parte del Consiglio generale lascerà Roma per Matera dove il 18 e 19 novembre “parleremo della promozione della cultura e del turismo di ritorno”.
Proseguono anche i lavori in vista di due importanti appuntamenti in agenda nel 2019: “dal 16 al 19 aprile è confermata l’assemblea dei Giovani a Palermo: abbiamo coinvolto tutti i Comites”, ha detto Schiavone. “Alcuni hanno già risposto con progetti e coinvolto i giovani da selezionare”. La loro partecipazione alla tre-giorni siciliana sarà garantita da “sponsorizzazioni e contributi, con il coinvolgimento di regioni e consulte”. L’incontro dei giovani “sarà inserito nella prima plenaria del 2019, che quindi si terrà a Palermo”.
Nel 2019 dovrebbe tenersi anche la Conferenza Stato Regioni Province Autonome Cgie: “a breve inizieranno i lavori per costituire la Cabina di regia. A Palazzo Chigi c’è già chi si è messo a disposizione per la organizzazione della conferenza, che dovrebbe tenersi in autunno. Nei prossimi 15 giorni dovremmo essere in condizione di sapere i nomi dei designati per la Cabina di regia, che parteciperebbero alla nostra plenaria”.
Plenaria che invece, dopo 14 anni, non vedrà Gianluigi Ferretti tra i consiglieri: “essendo un capitano di lungo corso, la sua assenza si farà sentire”, ha detto Schiavone. “Per le questioni degli italiani nel mondo ha sempre avuto sensibilità. Altro il suo agire politico. Ma siamo convinti che anche da invitato darà una mano”.
A dare una mano al Cgie, questa volta dal punto di vista organizzativo, Schiavone auspica ci sia anche il nuovo Direttore generale per le risorse umane della Farnesina, cui viene richiesto un “potenziamento della segreteria” soprattutto in vista dei tanti appuntamenti in programma.
Il Cdp ha anche discusso gli esiti degli Stati generali della lingua italiana nel mondo: “abbiamo sottolineato, in particolare, la necessità di portare a sintesi e continuare a trovare formule di integrazione per tutti i soggetti che offrono servizi di formazione nelle scuole di ogni ordine e grado all’estero perché siamo consapevoli del fatto che, se l’italiano è la quarta lingua studiata al mondo, come ci hanno riferito, allora il livello deve rimanere alto l’offerta va alimentata con strumenti adeguati”, tra cui una programmazione dedicata sulla Rai.
Citato brevemente il prossimo avvio del dibattito parlamentare sulla legge di bilancio – con l’auspicio che le dotazioni a Comites e Cgie non vengano tagliate, e con esse i progetti messi in campo quest’anno – Schiavone ha concluso: “dopo tutti questi passaggi, se i risultati saranno positivi, potremmo pensare – dopo la Conferenza Stato Regioni Pa Cgie – di mettere in piedi il progetto per organizzare la seconda conferenza mondiale degli italiani nel mondo. Vista l’accelerazione temporale della presenza dei connazionali all’estero negli ultimi anni, occorre davvero fare il punto su come poter rispondere ed offrire servizi ad una comunità diversa da quella che conosciamo. Una nuova conferenza mondiale, a 20 anni dalla prima, è più che ragionevole da promuovere”. (m.cipollone\aise) 

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