SCHIAVONE (CGIE): PIÙ IMPEGNO PER GLI ITALIANI NEL MONDO

C’è bisogno di una risposta forte e comune, anche a livello politico, ai cambiamenti legati ai Covid-19 per gli Italiani all’Estero, per capire quale sia il futuro delle comunità italiane nel mondo. Perché tutte le associazioni e le istituzioni italiane, e in generale tutta la comunità, merita un ringraziamento per quanto fatto durante il periodo emergenziale. E al momento bisogna fare di più perché gli italiani all’estero “sono stati dimenticati”. Questo il senso del discorso di Michele Schiavone, Segretario Generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, letto questo pomeriggio durante la plenaria del Cgie, riunita oggi, per la prima volta in 29 anni di esistenza, in videoconferenza, alla presenza del Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, che è intervenuto in apertura, e del Sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo.
Il segretario generale, ha dedicato, come prima cosa, un “sentito ringraziamento a Stefano Verrecchia, a Joel Melchiorre”, ma specialmente a tutta “l’Unità di Crisi per l’aiuto che hanno fornito a chi ne richiedeva durante l’emergenza”. Senza poi dimenticarsi associazioni, patronati e comunità tutta.
Ma la questione centrale trattata da Schiavone è stata la natura del Cgie, dei comites e delle istituzioni italiane, in un futuro con ancora tante ombre dovuto all’espandersi del Covid-19, che ora “torna a fare paura”. E l’Italia, dunque, deve lavorare per superare “il distanziamento esteso anche agli italiani all’estero, L’Ue lo ha fatto, superando la rigidità di bilancio programmando il NEXTgeneration EU”. E per lavorare insieme, tra le rappresentanze e le istituzioni italiane, c’è bisogno di un nuovo impegno per “risolvere il nostro destino assieme alle istituzioni italiane”. Secondo il SG, infatti, le misure assunte finora in questo periodo emergenziale “non sono sufficienti, perché ora siamo chiamati a rispondere con politiche di risposta all’emergenza”. È vero e positivo che “l’Italia è venuta incontro alle famiglie indigenti e al sistema sanitario. Ma agli italiani all’estero, nei decreti approvati in questi mesi, sono stati concessi solo alcuni milioni a fronte dei 100 miliardi di spostamento di bilancio”. E questi, secondo Schiavone, seguono un “canovaccio burocratico di cui nessuno, nemmeno il Cgie, è a conoscenza”. La Farnesina sembra, dunque, “aver salvato la faccia”. Ma “non si può non riconoscere l’impegno delle comunità, che hanno concorso alla ripresa italiana con aiuti medico-sanitari”. E dunque risulta “indispensabile riconoscerne la solidarietà attuta” dalle comunità italiane all’estero.
Il Segretario Generale del Cgie ha infatti fatto presente come, a quello di Mattarella, “sperava che arrivasse anche il ringraziamento da parte di Di Maio”, in ascolto durante la plenaria: “gli aiuti alla carità si fanno in silenzio, sennò il Paese si metterebbe al livello dei filantropi”, ha aggiunto Schiavone. Il governo si appresta dunque a preparare il bilancio 2021, mettendo in programma il Patto per l’Export, il rilancio del mondo della scuola, della cultura, del turismo e dell’intero programma di internazionalizzazione del paese, ma in queste decisioni gli “italiani all’estero sono stati esclusi”.
Rivolgendosi direttamente al Ministro degli Affari Esteri, ha chiesto di “valorizzare il ruolo delle comunità italiane all’estero, perché in questi mesi non è stato così. Gli italiani all’estero sono stati dimenticati – ha evidenziato -. Si è alimentata una narrazione tendente all’esclusione di questi. In Italia, infatti, gli italiani all’estero sono un soggetto escluso. Per questo è necessaria una riforma della rappresentanza all’estero, dei Comites, e sul voto elettronico, oltre che un aiuto per la promozione di lingua e cultura italiana nel mondo. E i tempi sono maturi per questi cambiamenti, perché le promesse non bastano”.
Intanto, il Cgie, come sottolineato da Schiavone, continua a ribadire la “necessità di organizzare la Conferenza Stato-regioni-province autonome-Cgie”. Così come ha sottolineato l’importanza della convenzione stipulata per la promozione del turismo, che “sono snodi essenziali per promuovere l’Italia”. Infine non ha dimenticato di parlare del mondo del lavoro, dall’importanza dei patronati, alla preparazione dei futuri lavoratori all’estero, e anche dell’importanza di trattenere, a maggior ragione dopo la pandemia, le professionalità italiane, specie dal sud. E ancora ha ribadito la legge sull’editoria che “hanno fatto arretrare gli standard di sostegno alle testate giornalistiche edite in Italia e all’Estero per le nostre comunità”. Ma al centro del discorso è rimasto il rapporto tra comunità ed eletti all’estero, che “va rivisto. Affinché non ci siano più vuoti”.
In conclusione ha risposto Di Maio, prima di andarsene. “Abbiamo sfide enormi per gli italiani nel mondo nei prossimi mesi – ha detto il Ministro -. Pandemia, Brexit e tanti problemi anche per i frontalieri. Queste criticità possono essere un’occasione per rafforzare i nostri rapporti e coordinarci al meglio. Dunque cercheremo di rispondere con forza, alimentando la partecipazione degli italiani all’estero, che sono un grandissimo propulsore per il commercio italiano”. (l.m.\aise)

Lascia un commento