La guerra è un crimine di guerra
Che in guerra ci siano delle regole e che infrangerle sia un crimine dovrebbe essere uno dei più ovvi ossimori.
Nel corso della storia le guerre sono state spesso mascherate, al fine di convincere la gente della loro necessità, e più recentemente sono state addirittura definite umane.
Barack Obama, a cui è stato assegnato il Premio Nobel per la pace proprio per la speranza che aveva rappresentato dopo le atrocità e le torture statunitensi in Medio Oriente, ha continuato la guerra al terrorismo.
Tuttavia, in un discorso del maggio 2013 presso la National Defense University, Obama ha affermato con orgoglio che stava combattendo la guerra al terrorismo, allora giunta al suo dodicesimo anno, in modo umano e nel rispetto dello stato di diritto.
Invece degli stivali sul terreno, protagonisti nella guerra contro l’Iraq che ha causato la morte di un numero incalcolabile di civili, Obama ha usato i droni.
In passato l’emergere degli eserciti nazionali aveva confinato i conflitti agli eserciti, ma la vita civile non è mai stata immune dalle conseguenze distruttive.
La guerra moderna non è più una battaglia tra eserciti, ma terrorismo e traumi urbani attuati attraverso tecnologie distruttive applicate a distanza. Si pensi agli attacchi russi in Ucraina e a quelli israeliani a Gaza e in Libano.
La preoccupazione dell’Occidente per questi due conflitti, in contrapposizione ad altri non meno distruttivi, non viene né indagata né spiegata.
Inspiegabile è anche la discrepanza tra le morti causate dai bombardamenti russi in due anni e mezzo – almeno 10.000, secondo le Nazioni Unite – e quelle provocate dagli attacchi israeliani – più di 35.000 – in appena un anno.
Ma, che si tratti di un classico conflitto tra nazioni in guerra, come nel caso della Russia contro l’Ucraina, o di Israele, una delle più militarizzare nazioni mondiali, che deve affrontare una resistenza popolare contro la progressiva espulsione forzata dei palestinesi dalla loro terra, siamo davanti a dei crimini di guerra.
War is a war crime
That there are rules of war and that breaking them is a crime would have to be among the greatest of oxymora.
Through the course of history wars have been dressed up to convince people of their merit or need, and more recently they have even been described as humane wars.
Barack Obama, who was awarded the Nobel Peace Prize just on the whiff of the hope he championed after US atrocities and torture in the Middle East, continued the war on terror.
However, at a speech in May 2013, at the National Defense University, Obama proudly affirmed that he was fighting the war on terror, then in its twelfth year, humanely and within the rule of law.
Instead of boots on the ground, as in the war against Iraq with the deaths of untold numbers of civilians, Obama replaced them with drones.
In the past the emergence of national armies had confined conflicts between those bodies, but civilian life was never immune from their destructive consequences.
Modern warfare is no longer armies battling but terror and urban trauma executed through destructive technologies applied at arms length, as Russia is doing in Ukraine and Israel in Gaza and Lebanon.
Western preoccupation with these two conflicts, as opposed to others no less destructive, is neither explored nor explained.
Unexplained also is the discrepancy in deaths with Russian bombing over two and a half years resulting in at least 10,000 deaths, according to the UN, while a year of Israel’s bombing has caused more than 35,000 deaths.
But, whether it’s a classical conflict between disputing nations as in Russia versus Ukraine, or Israel, a major world military nation, faced with a popular resistance against its progressive forced expulsion of Palestinians from their land – it’s criminal.
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