Questa mattina il Coordinamento Comites e i Consiglieri del CGIE in Svizzera hanno interloquito in videoconferenza con l’Ambasciatore d’Italia in Svizzera, Silvio Mignano, e con la rappresentanza diplomatica consolare italiana impegnata nel Paese alpino.
Si è parlato delle procedure e della tempistica avviate per il referendum costituzionale italiano attinente la riduzione parlamentare nelle due Camere dell’alta rappresentanza legislativa. Parimenti è stato ricordato l’appuntamento elettorale svizzero del 27 settembre p.v. al quale parteciperanno i cittadini elvetici e un significativo numero di doppi cittadini italiani. Tra i 5 temi posti in votazione a livello federale, uno in particolare riguarda l’Accordo sulla libera circolazione delle persone tra la Svizzera e gli Stati membri dell’Unione Europea. Questo accordo permette ai cittadini dell’UE, a determinate condizioni, di vivere, lavorare e studiare in Svizzera; lo stesso vale per i cittadini svizzeri residenti nei paesi dell’UE. L’accordo fa parte di un pacchetto di sette accordi bilaterali negoziato tra la Svizzera e l’UE (Bilaterali I). I Bilaterali I garantiscono all’economia svizzera un accesso diretto al mercato europeo. Se questo accordo viene meno, anche gli altri sei accordi cessano automaticamente di essere in vigore. Quest’ultimo argomento interessa ancor di più direttamente i Comites, la rappresentanza svizzera del CGIE, il mondo delle associazioni, le organizzazioni sindacali e le rappresentanze politiche italiane in Svizzera, mentre la rappresentanza diplomatica italiana impegnata attivamente nell’organizzazione di quello italiano, seguirà da spettatrice le decisioni del popolo svizzero per l’iniziativa popolare.
In materia di referendum costituzionale italiano i Consolati italiani in Svizzera si son adoperati per far sì che tutto l’iter sia rispettato e attuato, pur nelle ristrettezze economiche e di personale. Nei prossimi fine settimana i Consolati si sono impegnati sia a garantire aperture straordinarie per coloro che non hanno ricevuto il plico elettorale, sia a rafforzare le linee telefoniche e a seguire la corrispondenza nelle linee dedicate di posta elettronica. Il cronoprogramma per gestire le procedure è già organizzato, come anche il volo per inviare tutto il materiale elettorale della Svizzera da Basilea, da dove partirà un aereo, per trasportarlo in Italia. Ci sono state rassicurazioni che in caso di disallineamento di indirizzi i Consolati rafforzeranno i servizi di assistenza per permettere alle elettrici e agli elettori di partecipare al referendum.
Parte del dibattito si è tenuto sui persistenti turni di servizio ai quali è sottoposto il personale di ruolo e quello assunto il loco a causa del virus e sul limitato accesso del pubblico a causa della esiguità degli spazi che non permettono il distanziamento necessario per un afflusso maggiore. I Consolati in Svizzera in questa fase continuano a garantire, comunque, i servizi essenziali.
L’ambasciata italiana si è impegnata nell’uniformare la procedura del controllo degli indirizzi degli Italiani residenti in Svizzera in tutte le pratiche che richiedono certificati ufficiali di residenza emessi dai comuni elvetici, i cui costi gravano sull’utente e si aggirano sui CHF. 30.-.
L’apertura del nuovo anno scolastico mette le scuole pubbliche, paritarie e gli enti gestori in una nuova condizione rispetto al passato: la paura della recrudescenza del coronavirus e i nuovi ordinamenti legislativi italiani da applicare all’estero richiedono un approfondimento monotematico per cui: per venerdì 4 settembre alle ore 16.00 è stata fissata una nuova riunione in videoconferenza alla presenza dei dirigenti scolastici e dei presidenti degli Enti Gestori per parlar della promozione integrata della lingua e della cultura italiana, dei corsi integrati e di quelli extracurriculari a livello elementare, medio e superiore.
Tra le proposte segnalate alla rappresentanza diplomatica italiana in Svizzera si ricorda la necessità degli utenti e l’interesse della stessa rete consolare ed amministrativa italiana di prolungare la durata dei passaporti e delle carte d’identità fino a 15 anni, come è pratica ormai in Francia dal 2014, e per gli ultra settantenni e i disabili gravi a vita, come avviene in Spagna da anni. Il Parlamento italiano sta discutendo sulla conversione in legge del decreto semplificazione i cui effetti dovrebbero riflettersi anche nell’amministrazione pubblica all’estero.
Grazia Tredanari, Coordinamento Comites
Michele Schiavone, CGIE