FAIS Svezia: 50 anni fa nasceva il mensile IL LAVORATORE!

“Cinquanta anni! Il Lavoratore compie 50 anni. Quante cose succedono in 5 decadi? Moltissime e alcune di quelle sono state riportate dal nostro giornale”. Un traguardo importante quello raggiunto in questo 2020 da “Il lavoratore”, trimestrale edito dalla Federazione delle Associazioni Italiane in Svezia, ora diretto da Valerio De Paolis.
“Il Lavoratore nasce dal basso, ciclostilato dagli operai italiani venuti a lavorare qui in Svezia. Piano piano la sua portata cresce, di pari passo alla comunità italiana in terra svedese.
Molte persone ci hanno lavorato, molti articoli, storie e interviste hanno si sono intrecciare formando filamenti di un DNA fatto di lettere, idee e concetti che messo insieme formano il lavoratore. Espressione cartacea della comunità italiana, per moltissimo tempo, prima dell’avvento dei social network, Il Lavoratore è stato un punto importante di raccolta di informazioni e non solo per tutti quegli italiani che si sono trasferiti qui.
In questi ultimi anni, il giornale ha sviluppato collaborazioni con personalità importanti sia del panorama svedese come quello italiano. Solo per citare quelle avvenute negli ultimi anni, le nostre pagine hanno ospitato, ambasciatori, politici, filosofi e scrittori. Non solo personalità famose, infatti, un particolare focus è stato dato alla gente comune, ai nuovi arrivati ed a quelli arrivati giá da molti anni dando così una fotografia dell’immigrazione attuale. Come i lettori di lunga data sapranno, la crisi della carta stampata si sta facendo sempre più larga, e colpisce indistintamente grandi testate nazionali e piccole testate indipendenti. Dire che questa crisi non abbia toccato Il Lavoratore, equivarrebbe al dire una bugia.
Ovviamente anche noi abbiamo dovuto farci i conti, cercando sempre di non aumentare il costo o ridurre le pagine, in futuro non sappiamo ancora bene cosa aspettarci, ma come tutte le cose forti e durature, Il lavoratore saprà adattarsi alle nuove esigenze”.
 

Guido Zeccola: La mia esperienza a “Il Lavoratore”

Ho lavorato a Il Lavoratore dal 2008 al 2016. Il mio tentativo è stato fin dall’inizio quello di creare un vero giornale-rivista, quindi non soltanto un bollettino interno. Se è vero che una parte dei lettori non condivideva il mio” stile” è anche vero che un numero molto maggiore di abbonati ne è stato molto soddisfatto.
Il tentativo era quello di pubblicare, insieme a notizie e interviste strettamente legate alla vita della FAIS e dell’ambasciata, anche una serie di interviste con personaggi della vita culturale italiana in visita a Stoccolma o in Svezia. Claudio Magris, Umberto Eco, Sebastiano Vassalli, Eugenio De Signoribus, Sandro Veronesi, Michela Murgia, Valeria Parella, Eugenio Carmi, Anna Clementi e tanti altri sono tra questi.
Le interviste sono state inoltre tradotte anche in svedese e pubblicate su molte riviste qui in Svezia, confermando uno dei punti cardine dello statuto della FAIS: aumentare e migliorare le reazioni tra Italia e Svezia.Tutto questo grazie all’aiuto prezioso e alla promozione da parte dell’Istituto Italiano di Cultura e logicamente dall’ambasciata. Tuttavia non abbiamo intervistato soltanto i ”big” ma anche personaggi appartenenti alla vita del lavoro e sociale, personaggi a volte strani ma spesso ancor più interessanti dei Big.
Molti lettori inoltre hanno collaborato in ogni numero ad arricchire il giornale con le loro memorie, le loro proposte, la loro dotta creatività grazie a una serie di interviste, di aneddoti storici, di informazioni culinarie, di sport, tutto in relazione alla vita degli italiani in Svezia, questo anche in anni precedenti la fondazione de Il Lavoratore.
Per non fare torto a nessuno a causa della mia memoria invecchiata non farò nomi, ma sarà facile controllare i numeri del giornale in formato PDF pubblicati sul sito della FAIS.
Un’altra idea fu anche quella di intervistare tutti i presidenti delle associazioni che facevano parte della federazione FAIS. Questo ha aperto il giornale a tutte le opinioni anche, e forse soprattutto a quelle che non condividevo personalmente. Ci fu da parte mia anche la proposta di trasformare Il Lavoratore in un giornale a diffusione nazionale, con l’aiuto di una catena di sponsor (già trovati) disposti a finanziare l’iniziativa, ma alcuni membri della presidenza di allora non accettò la proposta non volendo andare oltre l’idea iniziale di come Il Lavoratore doveva essere.
Forse è stato meglio così. Dal momento che il mio lavoro non consisteva soltanto nella redazione de Il Lavoratore, ho certamente commesso molti errori dovuti alla fretta, all’ignoranza mia personale e così via, e di questo chiedo scusa a tutti! Sinceramente mi sono divertito e sarò fiero di questa esperienza finché mi batterà il cuore. (Guido Zeccola)
 
 

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