Perchè voto NO al Referendum sul taglio dei parlamentari

di Bruno Di Biase
Voterò NO al Referendum sul taglio dei parlamentari per il semplice motivo che i cittadini italiani in Australia resteranno senza rappresentanza nel parlamento italiano. Il conto è presto fatto.
Secondo la Costituzione, la Circoscrizione Estero, che comprende i 198 i paesi riconosciuti dall’Italia, più Gerusalemme ‘circoscrizione autonoma’ ( l’Italia non la riconosce come parte dello Stato di Israele né dello Stato di Palestina) ha diritto a eleggere i propri rappresentanti al Parlamento italiano nel numero di 12 deputati e 6 senatori. La riduzione di un terzo lascerebbe la circoscrizione Estero con 8 deputati e 4 senatori a rappresentare i quasi 5 milioni di elettori distribuiti in quattro ripartizioni, come nella tabella sotto.

Ripartizione

Numero cittadini

Deputati

Senatori

Europa

2 685 815

5

2

America settentrionale e centrale

451 062

2

1

America meridionale

1 559 068

4

2

Africa, Asia, Oceania e Antartide

277 997

1

1

Totale

4 973 942

12

6

Fonte: Decreto del presidente della Repubblica 28 dicembre 2017 (aggiornamento dati: 31 dicembre 2016

Dato che il referendum viene propinato, in tipica maniera populistica, senza alcun spiegazione, tanto meno un piano formale, su come, e dove il taglio dei parlamentari verrà a incidere sul diritto alla rappresentanza sancito dal Costituzione azzarderò qualche previsione che riconduce all’apertura di questo articolo: l’Australia rimarrà senza rappresentanti.
Un’occhiata al numero di elettori di ogni ripartizione nella tabella, ci dirà che se il referendum conferma la riduzione, i rimanenti 8 deputati andranno molto probabilmente 4 all’Europa (con più di due milioni e mezzo di elettori); 3 all’America meridionale (con più di un milione e mezzo di elettori) almeno 1 all’America settentrionale (USA e Canada, con poco meno di mezzo milione di elettori); e cosa rimane per Africa, Asia, e Oceania con poco più di un quarto di milione di elettori? Mio fratello a Roma direbbe ‘zero pedalino’!
Il calcolo obiettivo è ancor più inclemente per il Senato della Repubblica dove i 4 senatori andrebbero almeno 1 o forse 2 all’Europa, 1 o forse due all’America meridionale. Se l’Europa o l’America meridonale dovessero mollare su uno dei Senatori, quest’unico senatore andrebbe agli USA-Canada, certamente non all’Australia. Quindi andremmo da un Deputato e un Senatore attuali al famoso Zero pedalino.
Non mi soffermo più di tanto su altri argomenti a favore o contro la riduzione perchè in fin dei conti a me preme il diritto, sancito dalla costituzione italiana nata dopo un ventennio di dittatura fascista con uno solo al comando, ad essere rappresentato in parlamento. La realtà è che, nell’assenza di un chiaro programma su come verranno distribuiti i parlamentari e, ancor peggio, in assenza di una riforma elettorale che sostituisca il presente sistema, già dichiarato contrario ai principi della Costituzione dalla stessa Corte Costituzionale, qui si rischia grosso. Saremmo in linea con chi vorrebbe esautorare il Parlamento per dare ‘pieni poteri’, diciamo, a un ministro dell’Interno o a un Presidente del Cosiglio o a un Presidente della Repubblica in una Repubblica presidenziale tipo Francia o USA.
Si vuole risparmiare? Il Parlamento può decidere, anche domani, di ridurre lo stipendio a tutti i parlamentari per una somma pari a quella che si otterrebbe con il taglio dei parlamentari. Un risparmio comunque effimero: si calcola una tazzina di caffè a testa su base annua!

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