Australia, isolani denunciano danni a causa del sollevamento degli oceani

Si avvia a conclusione davanti alla Corte federale d’Australia la causa avviata da isolani dello Stretto di Torres (in foto), territorio australiano a nord del continente (4500 abitanti in 274 isole), minacciati dal sollevamento degli oceani. Secondo dati del Bureau of Meteorology, il sollevamento dei livelli medi del mare registrato a Thursday Island, maggiore isola dello stretto, è aumentato da 1,78 metri nel 2015 a 2,02 metri quest’anno.

La causa è stata intentata da due proprietari dello Stretto, i leader locali Uncle Paul Kabai e Uncle Pabai Pabai, delle isole Saibai e Boigu, per conto delle loro comunità, chiedendo alla Corte di emettere un’ordinanza in forza della quale “l’Australia riduca le sue emissioni in linea con la scienza”. In essa si sostiene che la federazione australiana, non adottando azioni più efficaci verso il cambiamento climatico, ha mancato al suo dovere di diligenza verso i cittadini delle isole.

La Corte federale ascolta in questi giorni le argomentazioni conclusive, in quella che i ricorrenti sperano sia la prima sfida legale vincente alle politiche governative sul clima per conto di un popolo delle Prime Nazioni. Il legale del governo australiano ha sostenuto che il governo stesso non ha alcun controllo sul cambiamento climatico.

“Il governo riconosce di poter controllare le emissioni in una certa misura, ma il rischio di danno alle isole viene dal cambiamento climatico globale”, ha dichiarato. “Neghiamo che il governo abbia alcun controllo su di esso. Potrebbe influenzare il contributo dell’Australia alle emissioni, ma se il rischio di danno è il cambiamento del clima globale, non accettiamo di avere controllo sui rischi di danno”.

Le udienze continuano. Si rinvia la chiusura della maggiore centrale a carbone L’Australia ha rinviato per almeno due anni la chiusura della sua più grande centrale a carbone, come misura necessaria per colmare un divario di capacità, mentre prendono piede le energie rinnovabili.

La chiusura della massiccia centrale di Eraring, sulle rive del lago Macquarie a nord di Sydney, era programmata per il 2025. Circa il 70% dell’energia trasmessa nel New South Wales viene da quattro vecchie centrali a carbone, la cui chiusura è programmata nei prossimi 10-15 anni. L’annuncio del rinvio per Eraring è stato accolto con preoccupazione dagli ambientalisti.

 

FONTE: Nuovo Paese, FILEF Australia.