Proposte e iniziative di FILEF in Italia

Il convegno svolto a Matera il 12-13 ottobre 2024, ci ha consegnato una serie di riflessioni, giunte dall’interno e dall’esterno della nostra rete, che ci hanno fatto fare un passo avanti nella elaborazione di una policy FILEF Italia che comunichi all’interno e all’esterno quale è il nostro punto di vista e le nostre linee di azione.
La nostra rete è da sempre caratterizzata da una notevole diversità e articolazione interna, che noi consideriamo come uno dei punti di forza della nostra organizzazione, che richiede non solo una proposta di policy ma anche un processo strutturato di formazione dei soci e di confronto continuo.

 

Le proposte

– L’accesso alla cittadinanza italiana è l’elemento prioritario per una integrazione delle persone migranti. Vanno ridotti al minimo i tempi di attesa per la richiesta della cittadinanza mentre va riconosciuta a chi nasce in Italia o vi è arrivato nei primi anni di vita, senza particolari iter di riconoscimento.

– Gli italiani all’estero e le comunità migranti residenti in Italia vanno coinvolti nelle politiche di coesione sociale e territoriale, sia come fruitori di misure di assistenza, accompagnamento, orientamento e formazione, sia come attori di sviluppo locale in caso di rientro nelle regioni di esodo o nella costruzione di partenariati internazionali.

– Va garantito il diritto di voto alle elezioni amministrative, comunali, provinciali e regionali anche senza ottenimento della cittadinanza, dopo 3 anni di residenza. Oltre che un legittimo diritto il voto amministrativo, è un potente fattore di integrazione.

– Va cambiato e migliorato il sistema di accoglienza. Vi è la necessità di una nuova normativa nazionale che superi la Bossi-Fini ed indichi procedure più chiare rispetto alle modalità di fare accoglienza anche in base ai vari regolamenti dell’Unione Europea in materia di accoglienza.

– E’ necessario includere i giovani delle nuove generazioni di migranti e della nuova emigrazione nei programmi di potenziamento delle competenze e del diritto allo studio (educazione, lingua e cultura, formazione professionale) e in quelli volti al rafforzamento della Ricerca e Sviluppo.

– Bisogna garantire una libertà di movimento responsabile adeguando le legislazioni nazionali, regionali e comunitarie per l’emigrazione e la mobilità, attraverso servizi di informazione, formazione, orientamento e accompagnamento alla partenza e all’arrivo per i singoli, per le famiglie, per i figli al seguito, attraverso sinergie tra i comuni, i sindacati, le associazioni rappresentative e il mondo della cooperazione e dell’impresa.

– E’ necessario istituire un meccanismo dove – in mancanza di una effettiva mobilità circolare verso l’estero e dall’estero -, i costi sostenuti per la formazione di cittadini che vanno a creare valore in altre regioni della EU, siano compensati, quantomeno scorporandoli dal calcolo del deficit e aumentando parimenti le quote di finanziamento comunitario alla coesione, in misura dell’entità dei saldi di espatrio netti registrati nei diversi territori, per un loro utilizzo nello sviluppo locale e per politiche di accoglienza, integrazione e rientro.

– Sviluppare reti di interazione sociale, culturale, economica per lo sviluppo delle aree di esodo, coinvolgendo gli attori locali e quelli presenti all’estero, garantendo il Diritto di reinserimento/integrazione al rientro attraverso programmi specifici di informazione, formazione, orientamento, favorendo i territori marginali, non solo con incentivi fiscali, ma con misure attive gestibili con i fondi nazionali e comunitari. La risorsa migrazione deve essere considerata come un valore aggiunto significativo per la crescita economica dei contesti di provenienza.

– Valorizzare il fenomeno del turismo delle radici come un’azione non solo di promozione turistica, ma di reale valorizzazione delle identità e delle memorie dei discendenti degli italiani nel mondo; considerare il turismo delle radici come un segmento dell’offerta turistica organizzata in favore dei discendenti dei migranti di terza o quarta generazione in grado di apportare nuove opportunità di sviluppo nei contesti sociali di provenienza (soprattutto per le aree interne del territorio italiano in spopolamento).

– Sviluppare in collaborazione con il sistema universitario una costante ricerca/azione innovativa e creativa del mondo della migrazione.

– Promuovere all’interno delle scuole programmi didattici per una conoscenza più articolata ed approfondita della storia dell’emigrazione italiana negli ultimi due secoli.

– Garantire una maggiore partecipazione delle associazioni storiche che hanno svolto azioni di supporto ai migranti italiani nel mondo, nella promozione e attuazione di politiche sociali che riguardano i migranti.

– Rafforzare la rappresentanza dei migranti all’interno delle forze sociali e associative, politiche e dei
momenti istituzionali.