“SE POTESSI AVER 1000 LIRE AL MESE”: chi è povero è ridotto alla disperazione; ci stanno riportando ai tempi neri delle nostre bisnonne

I pensionati di oggi non se la passano bene…ma i guai più grossi sono per chi verrà dopo.

Chi è povero è ridotto alla disperazione; ci stanno riportando ai tempi neri che hanno patito le nostre bisnonne. Pensioni, sanità, lavoro, questione giovanile si legano tutte oggi come ieri.

 

di Mimmo Guaragna

Lo incontri per strada ci azzecchi subito: tutto lo dipinge come il classico impiegato, se poi scambi una chiacchierata con lui scopri che appartiene a quella categoria di persone preparate e responsabili di cui abbiamo tanto bisogno.
Massimo Briguori è tutto questo; ha trascorso la sua vita lavorativa tra l’INPDAP e l’INPS, i meandri della previdenza li conosce come le sue tasche, perché Massimo è anche un militante politico; si è fatto le ossa in Democrazia Proletaria di Mario Capanna ed è stato tra i fondatori del sindacalismo di base nel pubblico impiego.

Ho avuto modo di incontrarlo alla fine di agosto quando è venuto a Potenza in occasione dell’assemblea dei pensionati aderenti all’Unione Sindacale di Base. Con tono pacato, con cognizione di causa e dati alla mano ha denunciato le bugie e le mistificazioni delle varie campagne sulla insostenibilità del sistema pensionistico e ha illustrato i principali obiettivi che la USB si prefigge in merito alla vertenza pensioni.

In Italia le conquiste nel campo previdenziale non hanno avuto un percorso facile, però fino agli anni 90, grazie alle lotte, qualcosa è entrato nel paniere.

Dal 1992 la musica è cambiata: ha cominciato Amato, non è stato da meno D’Alema, e poi Dini, qualcosa ce l’ha messa Maroni, costola della sinistra di dalemiana memoria, poi Prodi fino a Monti e Fornero e chi più ne ha più ne metta. Le pensioni dei più deboli sono state erose, il sistema contributivo, in sostituzione del retributive, pezzo dopo pezzo l’ha fatta da padrone perla gioia degli azionisti dei fondi pensione.

Qualcuno nel corso dell’assemblea lo ha detto: gli attuali pensionati non se la passano bene, ma i guai più grossi aspettano chi verrà dopo.
Tutti gli interventi hanno insistito sul collasso del tema sanitario: tra liste di attesa bloccate, caro farmaci non mutuabili e compagnia cantando; chi è povero è ridotto alla disperazione; ci stanno riportando ai tempi neri che hanno patito le nostre bisnonne.

Arriva. Meloni a Palazzo Chigi e qualcuno si arrovella il cervello al pensiero del ritorno del fascismo. Staremo a vedere.
La proposta di portare le pensioni minime a 1000 euro al mese, sostenuta dalla USB, ma anche da altre forze politiche e sindacali, schivata con cinismo dal ministro dell’economia, ci porta alla memoria un film con Alida Valli del 1939 di cui è sopravvissuto il motivetto se potessi avere 1000 lire al mese, più o meno equivalenti a 800 curo odierni, La trama è banale nella sua attualità: un giovane ingegnere prende la via dell’estero mentre si avvicinano i tempi di guerra perché nell’Italia dell’aquila imperiale non trova lavoro.

Pensioni, sanità, lavoro, questione giovanile si legano tutte, oggi come ieri.
Il 9 novembre 1968 la CGIL, proclamò lo. sciopero per le pensioni. A Potenza la manifestazione sarebbe dovuta concludersi a piazza Mario Pagano, però il corteo prese la direzione di Santa Maria dove gli studenti dell’istituto professionale avevano occupato la scuola: chiedevano un futuro migliore e più giusto. In Questura ebbe il sopravvento l’isteria e il panico e il reparto celere della polizia caricò con una brutalità inaudita; bel risultato: le manganellate resero più forte il movimento e la volontà di lottare.

La storia, se non proprio magistra vitae qualcosa ce la insegna: quel 9 novembre di 55 anni fa ancora oggi è una lezione che ci riguarda, giovani e anziani.

 

FONTE: Constrosenso/Basilicata