Elezioni federali 2019 – Hitler dagli occhi di un bambino – Non far rumore – Terra matta – Sferruzziamo contro la smemoratezza – Firma la petizione contro la risoluzione del P.E. su totalitarismi –
Elezioni federali 2019
Il 20 ottobre la popolazione svizzera è chiamata alle urne per eleggere i propri rappresentanti al Consiglio nazionale (200 membri) e al Consiglio degli Stati (46 membri). Per il Consiglio nazionale vige il sistema proporzionale e quindi i seggi sono distribuiti in proporzione ai voti ottenuti dai singoli partiti. Nella maggior parte dei Cantoni, invece, il Consiglio degli Stati è eletto secondo il sistema maggioritario: il partito che ottiene la maggioranza dei voti ottiene tutti i seggi. (Fanno eccezione i Cantoni Giura e Neuchâtel.) Sono passati esattamente 100 anni dal 1919, anno in cui fu introdotto il sistema proporzionale in Svizzera. Fu un passo molto importante e anche la fine del predominio dei radicali che avevano governato praticamente da soli fin dal 1848, anno che segna la fondazione dello Stato moderno. Fu l’espressione di un atto profondamente democratico e aprì la via ad altri partiti.
La partecipazione dei cittadini è un elemento centrale della nostra democrazia. Il concetto della democrazia diretta fu espresso perlopiù dallo studioso francese Nicolas de Condorcet che alla Convenzione costituzionale del 1792 dichiarò che «la Repubblica deve avere cittadini attivi e personalmente impegnati» e propose il diritto di iniziativa popolare. La sua proposta tuttavia non è entrata nella Costituzione francese. Trovò invece un terreno fertile in Svizzera, dove fu ancorata nella Costituzione federale nel 1891.
Nel suo discorso del 30 giugno 1978, il presidente della Confederazione Willy Ritschard, in occasione della visita in Svizzera del primo ministro francese Raymond Barre, affermò: «Lei conosce il nostro sistema politico. Il corpo elettorale decide su tutto. […] Il nostro sistema di governo ha la particolarità che non si elegge un governo, ma si affida a delle persone un incarico governativo. Gli eletti non ottengono alcun potere. È il popolo che lo conserva, anche quello di decidere i più infimi dettagli materiali. Detto altrimenti, è il popolo che governa. […]». Sulla scia di queste belle parole vi invitiamo a eleggere i vostri rappresentanti, in quanto cittadini consapevoli e che comprendono il valore della partecipazione del singolo all’interesse collettivo.
Hitler dagli occhi di un bambino
Uno degli ultimi soldati di Hitler, Georg Dirksen, aveva solo cinque anni quando Hitler salì al potere. In un’intervista rilasciata a Guido Giovannini ha raccontato i suoi ricordi, le sue emozioni, i dubbi e le certezze. Ne è nato un libro dal titolo «Hitler dagli occhi di un bambino».
Sabato 19 ottobre, alle ore 18, alla Colonia Libera Italiana di Muttenz, l’autore Guido Giovannini presenta il suo libro. Saranno letti alcuni passaggi e proiettate immagini di quel periodo. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Consolato d’Italia di Basilea.
Sabato 19 ottobre 2019, ore 18
Colonia Libera Italiana di Muttenz
Hofackerstrasse 12
Ingresso libero.
Vai all’invito
Non far rumore
Torna in Svizzera Nicoletta Bortolotti per presentare assieme alle Colonie Libere il suo libro Chiamami sottovoce, edito da HarperCollins. Le presentazioni si terranno sabato 26 ottobre a Sciaffusa e domenica 27 ottobre a Dübendorf.
Non ridere. Non piangere. Non fare rumore. Questa è la storia dei bambini proibiti.
L’argomento è poco noto perché è uno dei temi che si tendeva a rimuovere per proteggere i bambini clandestini e i loro genitori. Stando alle stime i bambini rinchiusi nelle case svizzere negli anni ’60 e ’70 si aggirava sui 10-15mila. I bambini furono costretti a vivere in quelle condizioni a causa del cosiddetto «statuto dello stagionale» che non prevedeva che i bambini potessero vivere in Svizzera con i genitori, parliamo del «ricongiungimento familiare».
A Sciaffusa la presentazione del libro è promossa dalla Colonia Libera e dal Circolo di lettura di Sciaffusa. Modera l’incontro Marina Frigerio, psicologa dell’infanzia, scrittrice e massima esperta della tematica. Tra le sue opere ricordiamo il libro «Bambini proibiti» del 1992, uno dei primi sulla drammatica realtà a cui per decenni sono stati costretti migliaia e migliaia di minori. Nell’ambito dell’iniziativa la Biblioteca comunale di Sciaffusa (luogo in cui si terrà la presentazione) esporrà alcuni capolavori del suo patrimonio storico in lingua italiana, tra cui una bellissima edizione della Divina Commedia del 1529. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio dell’Istituto italiano di cultura. Il sindaco di Sciaffusa Peter Neukomm porterà personalmente il suo saluto in apertura. Si ringrazia il sindaco di Sciaffusa e Oliver Thiele, responsabile delle biblioteche per aver messo a disposizione la sala della Biblioteca cittadina. Per l’occasione la Biblioteca di Sciaffusa esporrà alcuni capolavori del suo patrimonio storico in lingua italiana, tra cui una bellissima edizione della Divina Commedia del 1529.
A Dübendorf modera l’incontro con Nicoletta Bortolotti l’ingegner Sandro Bellisario. L’iniziativa è promossa dalle Colonie Libere di Dübendorf, Wetzikon, Effretikon e Uster.
A Sciaffusa il 26 ottobre 2019, alle 17.30
Stadtbibliothek, Münsterplatz 1.
Ingresso libero.
A Dübendorf il 27 ottobre 2019, ore 15
Colonia Libera Italiana di Dübendorf, Zürichstrasse 13.
Ingresso libero.
RAI 3 ha prodotto un docufilm sulla storia dimenticata dei bambini nascosti girato tra Svizzera e Ossola. Andrà in onda in prima assoluta venerdì 18 ottobre 2019 alle ore 23 su RAI 3. Il toccante docufilm è stato realizzato da Alessandra Rossi e diretto da Mario Maellaro.
Vai all’invito
Terra matta
Un bracciante siciliano semianalfabeta classe 1899 un bel giorno si mise a scrivere la sua autobiografia: un diario di vita di oltre 1550 pagine dattiloscritte senza margini, con il punto e virgola a dividere una parola dall’altra, una scrittura fonetica con tanti sicilianismi. L’appassionante narrazione spazia dalla sua nascita 1899 al 1968. Pubblicato da Einaudi nel 2007 è considerato uno dei «capolavori» delle autobiografie popolari italiane e divenne uno vero caso con più di 50 000 copie vendute.
Tratto dall’opera letteraria di Vincenzo Rabito ne è nata una rappresentazione teatrale. Stefano Panzeri, attore, narratore e regista ha tratto da questo densissimo testo quattro spettacoli, di cui vengono presentati due:
Terra matta 1 (1899 – 1918), la gioventù, lo sforzo di emancipazione e di sopravvivenza alla miseria e sbocco sulle vicende da soldato durante la Prima guerra mondiale.
Terra matta 2 (1918 – 1943), la dittatura fascista, l’occupazione tedesca, fino a quando «hanno trasuto li americane». Accanto alla vicenda di Vincenzo trovano spazio anche le storie di Lina, Saverio ed altri personaggi raccolti dalla viva voce di emigranti italiani Oltreoceano.
Programma
18.30 Terra matta 1
19.30 rinfresco
20.00 Terra matta 2
Martedì 22 ottobre 2019, ore 18.30
Zeughaus, Eventsaal K1
Berchtoldstrasse 10, Uster
Venerdì 25 ottobre 2019, ore 19.30
Missione cattolica
Rümelinbachweg 14, Basilea
Sabato 26 ottobre 2019, ore 16.30
Pfarreiheim Herz Jesu
Unterer Deutweg 89, Winterthur
Ingresso libero.
Sferruzziamo contro la smemoratezza
In Svizzera vivono ca. 151 000 persone affette da demenza. Nella vita di tutti i giorni passano spesso inosservate. Entro il 2040, stando alle previsioni, il loro numero raddoppierà.
Ecco perché Pro Senectute Svizzera e l’Associazione Alzheimer Svizzera rilanciano a livello nazionale la campagna di sensibilizzazione sul tema della demenza e sulle sue conseguenze per la vita di tutti i giorni. La campagna lanciata già l’anno scorso ha per titolo «Sferruzziamo contro la smemoratezza».
Si tratta di organizzare dei gruppi di giovani e anziani, donne e uomini che amano lavorare a maglia. L’idea è di creare delle fascette antiscottatura che si usano per i bicchieri del caffè d’asporto. Ogni punto vendita (edicole, chioschi, ecc.) distribuirà gratuitamente per ogni caffè d’asporto acquistato una fascetta antiscottatura personalizzata #deltuttopersonale a partire dal 22 gennaio 2020.
Da metà luglio 2019 giovani e anziani si sono armati nuovamente di gomitoli e ferri da maglia, per creare coloratissime fascette antiscottatura, le quali verranno inviate all’indirizzo indicato nelle apposite istruzioni riportate nel flyer (link). Sferruzziamo insieme contro la perdita di memoria. Aiuta anche tu.
Vai alle istruzioni
Firma la petizione
Il 19 settembre scorso il Parlamento europeo ha approvato con 535 voti a favore, con il contributo determinante del gruppo dei Socialisti e Democratici (anche della delegazione dei deputati italiani) la Risoluzione che ha per titolo «Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa». Il documento è stato presentato per commemorare l’anniversario degli 80 anni dallo scoppio della Seconda guerra mondiale ma ha fatto molto discutere, dividendo la sinistra. Il testo contiene diverse inesattezze storiche e semplificazioni.
Il documento, approvato dal massimo consesso europeo, equipara il nazifascismo e il comunismo nella responsabilità dello scoppio della Seconda guerra mondiale attribuendola al solo patto di non aggressione firmato dalla Germania nazista e dall’Unione Sovietica nel 1939, tacendo completamente le responsabilità della comunità internazionale e, in special modo, delle potenze europee che prestarono colpevole quiescenza all’ascesa del nazismo e del fascismo.
Il testo della risoluzione accomuna in un’unica condanna nazismo e comunismo ignorando lo spaventoso tributo pagato dai popoli dell’Unione Sovietica – più di 22 milioni di morti – e persino il simbolico evento della liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata rossa. Ma è anche vero che vi sono stati crimini commessi dal nazismo e dal comunismo nella sua versione stalinista da condannare senza attenuanti. Per molto tempo la cultura europea si è adagiata nella convinzione che non si potessero nemmeno accostare i crimini nazisti a quelli comunisti. C’è però da chiedersi: che differenza fa morire in lager nazista o in gulag sovietico? Sotto questo profilo la risoluzione, sebbene insoddisfacente, imprecisa e irritante, ha un pregio: evidenzia la necessità di uno sguardo storico comune dell’Europa su quanto l’ha divisa in maniera sanguinosa e tragica per quasi tutto il Novecento e su quello che oggi la unisce: il rifiuto di ogni totalitarismo e l’impegno che essi non si verifichino più.
Il testo della petizione non rappresenta necessariamente la posizione ufficiale della FCLIS, ma la volontà di aprire un dibattito al suo interno sulla questione.
Vai alla petizione