“Gli interessi distruttivi della guerra”: Nuovo Paese, mensile Filef Autralia scaricabile gratis

Gli interessi distruttivi della guerra

È difficile immaginare come la guerra sia ancora accettata come legittima.

Non si può negare alle persone il diritto alla rabbia e all’aggressività, dato che fanno parte del bagaglio emotivo evolutivo.

Tuttavia, l’inflizione deliberata e organizzata di violenza, specialmente da parte di forti su deboli, è al contempo un potente atto d’accusa contro l’incapacità delle persone di fare collettivamente considerazioni etiche e morali.

La guerra tradisce l’umana bontà, altrettanto radicata nella lotta evolutiva per sopravvivere, e dipende dalla lunga cura per i giovani e per il prossimo.

Per ragioni che meritano un’indagine urgente, la modernità non ha ancora prodotto una cultura globalizzata della cura reciproca, anche se una traccia di quel sentimento si trova nella crescente preoccupazione per il drammatico degrado ambientale che non ha confini.

Ma in altri ambiti, non ultimi quelli economici, l’attitudine prevalente è quella di battere, se non di sconfiggere, sotto la premessa sbagliata degli interessi in competizione.

Ad esempio, ogni paese vuole esportare più di quanto importi e sollecita il proprio collegio elettorale ad “acquistare locale”: Una ricetta per vincitori e vinti.

La guerra della Russia contro l’Ucraina è imperdonabile perché aggiunge miseria a un mondo sovraccarico di miseria, perché perpetua l’attuale forma di sottomissione sdoganata dall’Occidente guidato dagli Stati Uniti in paesi come la Jugoslavia, l’Iraq, la Siria, l’Afghanistan e la Libia, e perché distrae l’opinione pubblica da impellenti esigenze sociali e ambientali.

La copertura della guerra ha estrapolato l’intenzione russa, ma ha taciuto sull’azione segreta contro di essa e sull’acuto bisogno della Russia di un’Ucraina neutrale.

Il passato interesse della Russia ad aderire alla NATO è stato contrastato. In caso contrario, avrebbe potuto portare alla realizzazione, come poeticamente detto da Scout in To Kill a Mockingbird, che: “C’è solo un tipo di persone. La Gente.”

War’s destructive interests

 

It is hard to imagine how war is still accepted as legitimate.

There is no denying a person’s capacity for anger and aggression, which are part of the evolutionary emotional arsenal.

However, the deliberate organised infliction of violence, especially by strong over weak, is a powerful indictment of people’s inability to collectively make ethical and moral considerations.

War betrays human capacity for goodness which is also embedded in the evolutionary struggle to survive that depends on the lengthy care of our young and for each other.

For reasons that merit urgent investigation modernity has not yet produced a globalised culture for mutual care.

A trace of that sentiment is promoted by the growing preoccupation over dramatic environmental degradation that has no borders.

But in other spheres, particularly economic, the prevailing sentiment is that of beating, if not defeating, under the misguided premise of competing interests.

For example, each country wants to export more than it imports and urges its constituency to buy local; a recipe for winners and losers.

Russia’s war on Ukraine is inexcusable because it adds misery on a world overloaded with misery, because it continues the current form of subjugation pioneered by the US-led West in countries like Yugoslavia, Iraq, Syria, Afghanistan and Libya, and because it distracts public opinion from compelling social and environmental needs.

War coverage has extrapolated about Russian intent but has been silent on covert action against it and on Russia’s acute need for a neutral Ukraine.

Russia’s past interest in joining NATO was resisted. If not, it could have led to the realisation, as poetically put by Scout in To Kill a Mockingbird, that: “There’s just one kind of folks. Folks.”

 

 

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