Per una reale applicazione della legge 13/2016 sull’immigrazione.
Al 31 dicembre 2018, gli immigrati presenti nella Regione Basilicata sono 23.217 (Fonte Istat). Rispetto al 2016 vi è una variazione pari al 3,1%; l’incidenza della popolazione migrante sulla popolazione residente è del 4,1%. La percentuale delle donne tra le presenza straniere è del 50,1%. La percentuale dei nati stranieri sul totale dei nati è pari al 6,7%. L’acquisizione della cittadinanza italiana è pari al 10,9 per mille residenti stranieri; il tasso di crescita naturale è pari al 9,3%. Il tasso migratorio interno è pari a -8,7% e il tasso migratorio verso l’estero è pari al 76,6%.
I cittadini non comunitari regolarmente presenti per vari motivi sono in Basilicata pari a 11.806 unità (di cui 6.135 nella provincia di Potenza e 5.491 nella provincia di Matera).
Dalla lettura dei dati si evidenzia che la presenza straniera riesce in parte a sopperire il fenomeno dello spopolamento. La risorsa immigrazione è ancora scarsamente percepita come un valore aggiunto rispetto ad una situazione demografica strutturalmente negativa.
L’immigrato extracomunitario come del resto in tutte le parti d’Italia tende a lasciare i territori di primo approdo dopo aver acquisito la documentazione necessaria per riprendere il proprio percorso migratorio o per accedere alle reti parentali presenti in altri paesi europei. Anche gli immigrati extracomunitari lasciano la nostra terra.
Eppure, in questi anni, sono state realizzate buone prassi per l’integrazione dei migranti nei nostri territori (basti pensare agli accordi istituzionali fra Regione Basilicata, Prefettura di Potenza e di Matera, l’Upi e l’Anci Regionale o azioni concertate per la lotta al caporalato). Si avverte comunque la necessità di avviare un dialogo più forte fra le Istituzioni, l’Associazionismo ed altri attori che si interessano in modo diretto o indiretto di immigrazione, a partire dalla reale applicazione della legge regionale n. 13 del 2016.
A fronte di un fenomeno migratorio strutturale, diversificato nelle sue motivazioni e ormai ampiamente analizzato nelle sue diverse sfaccettature, si colloca la necessità di favorire lo sviluppo di interventi tesi ad agevolare dei processi positivi e partecipati di integrazione e a trasformare quindi le diversità di provenienza, di lingua e di cultura di cui sono portatrici le comunità straniere in una opportunità di crescita civile e culturale per i nostri territori.
Sullo sfondo della legge regionale si pone il riconoscimento dei limiti dei modelli conosciuti in ambito internazionale nell’approccio al fenomeno migratorio come quello “assimilazionista” teso a favorire la mera integrazione del cittadino straniero nel contesto culturale del paese di destinazione e quello “multiculturale” teso a garantire una convivenza pacifica e di rispetto reciproco tra le diverse culture, ma con un basso livello di scambio e di comunicazione.
Nella legge sono indicate azioni e modalità per facilitare i processi di integrazione degli immigrati extracomunitari.
Basti pensare all’art.3 della legge che specifica gli obiettivi e le modalità per fare una reale integrazione attraverso una maggiore programmazione delle attività in favore dei migranti. Nell’art. 3 vengono analizzati gli obiettivi da prendere in considerazione per una maggiore integrazione degli immigrati extracomunitari.
Inoltre l’art. 4 prevede la determinazione di un PIANO REGIONALE PER L’IMMIGRAZIONE, approvato dal Consiglio Regionale. Il Piano nella legge diventa uno strumento di programmazione organica delle azioni previste nell’art. 3 della legge. Ma ad oggi, la Regione Basilicata ha fatto ben poco in materia.
Come Filef Basilicata riteniamo che vi sia la necessità di rendere molto più operativa la normativa vigente per favorire una reale integrazione delle persone che attualmente vivono in Basilicata.
Come Filef crediamo inoltre che vi debba essere un coinvolgimento attivo delle associazioni e delle imprese sociali che svolgono servizi in favore dei migranti.
Vi è quindi la necessità di iniziare a ragionare insieme per un PIANO REGIONALE DI INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI come reale strumento di programmazione in grado di promuovere attività ed azioni dal basso; il Piano deve inoltre promuovere un dialogo fra le comunità di immigrati e le comunità locali in modo da favorire uno sviluppo locale integrato e partecipato in relazione con le culture locali e le culture di provenienza. Ciò potrà essere un valore aggiunto significativo per promuovere anche nuovi modelli di sviluppo locale.
Filef Basilicata