Finanziaria 2024, poco o nulla per gli italiani all’estero

Nulla di nuovo sotto il sole. Anche in questa finanziaria 2024 poco o nulla è stato destinato agli italiani all’ estero. La maggioranza di destra che sostiene il governo Meloni, e che in campagna elettorale non ha perso occasione per decantare la sua vicinanza ai problemi degli italiani all’estero, getta la maschera e non affronta in positivo nessuno delle problematiche ben conosciute.

Anzi, introduce pesanti sanzioni per chi non si iscrive all’AIRE – uno strumento obsoleto che si cerca di trasformare in bancomat per le casse dello Stato e che invece andrebbe riformato – e disincentiva pesantemente il rientro dei giovani in Italia. Viene infatti aumentata del 40% l’imposta sulle case possedute all’estero dai residenti in Italia, ma soprattutto il governo opera un taglio netto agli incentivi fiscali per chi decide di rientrare nel Paese, uno strumento che negli ultimi anni sembra aver avuto un certo successo nel favorire i rientri.

Oltre al taglio delle agevolazioni, nella Legge di Bilancio vengono inaspriti alcuni requisiti, tra cui il periodo di residenza all’estero richiesto per usufruire delle agevolazioni, che sale da due a tre anni. Nel caso inoltre in cui si rientri per un trasferimento in Italia nell’ambito di una società dello stesso gruppo, il requisito sale fino a sei o sette anni.

Il precedente regime di agevolazioni prevedeva la possibilità di accedere agli sgravi anche in caso di lavoro da remoto dall’Italia per un’azienda estera. Con la nuova normativa, invece, è introdotto il divieto di poter beneficiare delle agevolazioni se non si cambia azienda, fatti salvo alcuni casi particolari o piccole eccezioni che richiedono comunque di aver fatto 6 o 7 anni di permanenza all’estero.

Si introduce, infine, l’obbligo di permanenza in Italia di 4 anni, pena il rimborso delle agevolazioni con gli interessi, una vera e propria barriera che apporta delle rigidità eccessive in un percorso, quello dei rientri, che per molti costituisce una vera e propria scommessa. In definitiva, si peggiora una norma che già di per sé non era esente da contraddizioni e si evita, ancora una volta, di affrontare la questione dei rientri e dell’emigrazione in modo sistemico.

Pietro Lunetto